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Sicilia:
tradizioni, arte e cultura
Le tradizioni: un mondo e un
patrimonio culturale in crisi
Le tradizioni siciliane hanno subito un enorme danno causato dallo
sviluppo tecnologico ed economico dell’isola, dall’
alfabetizzazione, dal rapporto più stretto creatosi tra campagna e
città, dall’emigrazione. Questi fattori hanno fatto si che la
maggior parte delle antiche tradizioni sicule andassero perdute.
Resistenza
degli elementi spirituali del folclore, e dissoluzione dei suoi
elementi materiali
La tradizione sicula si può dire che sia il risultato di secoli di
storia che si è intercambiata ne ha lasciato una propria. Il
nocciolo duro è costituito sia dalla spiritualità, dall’ambiente
che dall’allevamento e la pesca. Retaggi storici si trovano un po’
ovunque: nella pesca vi è la pratica greca nella pesca del pesce
spada e quella araba per la pesca del tonno; nell’agricoltura
canti e danze greche, l’oroscopo dell’annata agraria di cultura
romana; il carretto siciliano e i “Pupi” che riecheggiano le gesta
medievali. Tutte le tradizioni, quindi, derivano da contaminazioni
passate: la “Cravaccata” è quella manifestazione durante la quale
si cavalca fino alla chiesa per offrire agnelli di pasta di
caciocavallo in onore del Santo. I riti natalizi e pasquali, che
vedono processioni e rappresentazioni diverse tra città e città,
si ripercuotono anche nella vita di tutti i giorni così come
l’usanza della vestizione delle fidanzate, quella delle donne che
piangono ai funerali degli altri, l’uso del vestito nero da parte
delle vedove. Diffusissima è anche la tradizione del malocchio,
combattuto con corni e gesti scaramantici; anche la gestione
patriarcale della famiglia è il risultato di antiche tradizioni.
Oggi giorno molte di queste stanno scomparendo e altre si stanno
trasformando in eventi turistici: alcuni detti, poesie, canzoni e
orazioni sono scomparse (solo gli studiosi ne rimangono i
custodi). A comparire per prima sono stati gli strumenti
tradizionali: l’aratro di legno, la brocca per l’acqua, il telaio
a mano, sostituiti da novità più tecnologiche. Anche alcuni
mestieri e servizi sono scomparsi: il venditore di sale, quello di
arance, d’acqua fresca, di pesce e di ricotta. Al contrario,
rimangono ben radicate, soprattutto in alcune contrade , l’uso
dello scacciapensieri, del mariolu (strumento musicale), dello
zufolo. Anche la cucina tradizionale sicula, ha mantenuto alcuni
esempi, come il kuskusu, di origine araba. I vestiti tipici sono,
invece, quasi tutti scomparsi a causa delle contaminazioni;
anticamente essi rappresentavano una determinata zona o lavoro;
unica a salvarsi dal dimenticatoio è la “coppola”, simbolo
contadino. Per quanto riguarda l’abbigliamento femminile resta
ancora la mantellina e i costumi usati nei giorni di festa.
L’abbigliamento tipico siciliano si riscontra solo negli anziani
che vivono all’interno, il famoso “bordiglione” (tipico tessuto),
ormai è scomparso da decenni. Tra le anziane signore è viva ancora
la tradizione di portare una lunga sottana nera e un corpetto con
mandine lunghe ed ampia scollatura, con un fazzoletto nero sulla
testa. Nei giovani, invece, non si riscontra più neanche un
accenno alle tradizioni.
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